Fondo antico

 

Il nucleo originario della biblioteca (fondo antico) è costituito dai libri acquistati dal barone o tramandatigli dagli antenati, e da lui destinati al liceo di cui volle la fondazione. Ne emerge con evidenza il profilo culturale di Enrico Pirajno, che fu sì soprattutto scienziato, ma coltivò anche un profondo interesse per gli studi umanistici e filologici, storici e filosofici. Il pregio di molte delle edizioni attesta inoltre il suo gusto di bibliofilo. Le opere del fondo antico consistono in:

- due incunaboli: i “Punica” di Silio Italico (Venezia, 1483) e la “Schola Paradisi” di Giovanni Climaco (Venezia, 1491);

- 60 cinquecentine, fra le quali un “Vocabolarium” dal latino in siciliano e spagnolo di Cristoforo Scobar (1520), un “Decamerone” di Giovanni Boccaccio del 1574, un “De Rerum Natura” di Lucrezio (1515), una “Descrizione della Grecia” di Pausania (1593);

- 87 testi del 1600, tra cui alcuni di particolare interesse per la storia di Cefalù: tra questi, il “De origine Ecclesiae Cephaluditanae” del Passafiume, pubblicato a Venezia nel 1645, di cui la Fondazione Mandralisca ha curato una ristampa anastatica;

- 388 testi del XVIII secolo, tra i quali vanno almeno citate le opere di Andrea Candiloro e Rosario Porpora, insigni studiosi cefaludesi;

- infine, 2334 pubblicazioni del XIX secolo, sino al 1864, anno della morte di Enrico Pirajno.

Tra i materiali che dimostrano con quanta attenzione il barone Mandralisca seguisse il dibattito culturale del suo tempo, numerose raccolte di giornali e periodici dell’epoca: “L’Occhio”, quindicinale stampato a Palermo il cui primo numero risale al 1839, l’”Imparziale” di Ottavio Lo Bianco, che vide la luce nel 1836, “La Fata Galante”, ed altri.

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